Ci affidiamo alle parole dell’introduzione:
Sono matrice del mio ventre sterile/ Culla di cenere che tutto brucia.
Cenere Organza si apre con questo distico, una poesia delicatissima ridotta ai minimi termini, manifesto per altro di un inaspettato esordio letterario.

Una raccolta atipica potremmo dire, soprattutto rispetto alle proposte attualmente reperibili nel mercato editoriale contemporaneo italiano, e forse anche coraggiosa, perché l’elegante surrealismo con cui Claudia Maria Franchina ama esprimersi è la cifra stilistica che la rende riconoscibile.
Il disincanto, spesso amaro, con cui l’autrice si approccia alla vita è compensato dalle sue costruzioni immaginifiche, dove si percepiscono il dolore della perdita e il desiderio di perdere, le passioni ardenti e il rancore,
Il residuo dell’inganno fermenta / Spilli tra le anse della carne tremula/
Dal fondo di un calice scheggiato, bevi /
La Bella Donna che t’osserva, cieca / Brinda alla verità con il tuo spettro,
o ancora la dolcezza del ricordo e la tensione che spinge verso un orizzonte sfocato, tra l’essere nel mondo e l’esistere in un altrove.
Ciò che vuole lo stigma del mondo
Rifiuto
E simile ad uno stelo sradicato
Attendo il mio risveglio tra gli assenti
Arando una falesia di diamante
Sono.
Questa raccolta contiene poesie brevi, a volte epigrammatiche, dove la versificazione libera si unisce alla metrica (si trovano strofe saffiche, quartine di settenari, endecasillabi, quinari, novenari…) per dare risalto ad uno stile asciutto e suggestivo.
La materia di cui si alimentano i componimenti è duplice: le esperienze vissute (le trame della vita per l’appunto, da qui la scelta, nel titolo, della parola Organza) e l’inconscio, con tutte le sue ramificazioni oscure (come l’autrice stessa ha spiegato, esiste il chiaro riferimento ad un luogo nascosto nelle zone d’ombra dello spirito, sempre vivo seppur sepolto sotto la Cenere).
La silloge è stata costruita seguendo una struttura “chiastica” che ben si sposa con l’intento di creare un intreccio.
Il titolo, un binomio associativo, riflette ovviamente il contenuto poetico. Quest’ultimo però è stato ripartito tra due sezioni dislocate “inversamente” rispetto alle parole Cenere Organza, così da generare la struttura:
Cenere | Organza – titolo |
Trame – I sezione | L’Altrove – II sezione. |
Per saldare ulteriormente questo gioco di intrecci, si noti infine la poesia posta in apertura di ogni sezione, contenente chiari riferimenti alla sezione opposta.
Trame inizia col distico poc’anzi citato:
Sono matrice del mio ventre sterile
Culla di cenere che tutto brucia.
Così invece inizia L’Altrove:
Il sole ha tradito il mio passo
E la polvere ora s’appresta
Ad asciugare le mie mani
Mani lievi aduse al talento
Che intesse i fili dell’assenza.
Al rogo le terre solinghe
Al rogo la strega d’organza
Che nulla
Crea.
Ora, se in Trame l’esperienza diretta della vita e della morte è elemento principale, ne L’Altrove predominano fiction poetiche ancora più surreali, ma comunque memori della realtà e di possibili riferimenti autobiografici.
La stanza s’iridava d’agonia
Come il cielo estivo senza lustro
Ma tu giocavi con la madreperla
Rubandone i colori insieme all’oro.
Respiravi l’incenso della chiesa
La luce zafferano dei lampioni
E diventavi incanto e sinfonia
Che si dona alla pace più discreta
Sorella sempre amata di Follia
Tra le ombre imbavagliate della sera.
*********
Nelle profondità del fato vanno
Per mano quattro amanti incestuosi:
Incubo e Veglia latrando nel sonno
Spingono Amore a partorire Morte.
Cenere Organza, opera d’esordio di Claudia Maria Franchina per Eretica Edizioni, è dunque una raffinata raccolta di poesie che racconta la sofferenza tramite una audace prospettiva ed accompagna il lettore dove forse non è ancora stato, sino ad immergerlo in una sottile dimensione onirica.
Mario Sanguinetti
CENERE ORGANZA
Claudia Maria Franchina
Eretica Edizioni
